Capo San Marco e Tharros nel Sinis sono tra i luoghi più affascinanti della Sardegna dal punto di vista scenografico e archeologico.
Chi furono i primi a frequentare Capo San Marco e Tharros nel Sinis?
Capo San Marco e Tharros nel Sinis, sono uno dei luoghi più affascinanti della Sardegna dal punto di vista scenografico e archeologico.
Il promontorio risulta frequentato già in fase nuragica: un villaggio nuragico si trovava nell’area occupata più tardi, in fase fenicio punica, dal tophet e altri 3 nuraghi si trovano più a sud; uno di questi nel punto in cui oggi vediamo la torre spagnola di San Giovanni.
Perché hanno scelto proprio Capo San Marco?
La posizione geografica, l’approdo sicuro, la presenza degli stagni, il territorio fertile e le vicine miniere del Monti Ferru resero Capo San Marco e Tharros nel Sinis una delle aree più importanti dell’isola in epoca punica e romana. La presenza di una necropoli che conservava corredi ricchissimi e di diversi templi monumentali lo confermano.
In fase punica , intorno al III secolo a. C., Tharros era un centro molto fiorente e produttivo con un centro di produzione del metallo ed un’area di produzione di ceramiche.
Come sappiamo che Tharros fu una delle città più importanti della Sardegna?

L’importanza di Tharros continua anche durante la fase romana, iniziata nel 238 a. C. Davanti all’isola di Mal di Ventre un relitto di nave, con un carico di lingotti di piombo, ci suggerisce che i traffici commerciali dovevano essere frequenti in questa costa.
I ritrovamenti che provenivano da varie parti del Mediterraneo a Tharros ce lo confermano. I romani lastricano le strade e realizzano un importante sistema fognario e idrico. Grazie all’acquedotto che porta l’acqua da un pozzo collocato 450 m più a nord, in direzione verso la chiesa di San Giovanni di Sinis.
Cosa succede in età tardo antica a Tharros?
Nel V secolo, con la conquista vandala, il centro subisce delle modifiche per le esigenze del culto cristiano praticato dai vandali. Nel VII secolo viene edificata una piccola basilica, dove oggi sorge la chiesa di San Giovanni.
Dopo l’XII secolo Tharros risulta abbandonata e il centro di potere si sposta ad Oristano, sede del Giudicato di Arborea.
Il sito archeologico di Tharros affascina il visitatore sia per i resti di questa cittadina, un tempo centro fiorente, sia per la sua posizione. Da qui si gode di una splendida vista sul Golfo di Oristano e sul complesso del Monte Linas a sud.
Sopra Tharros, si trova la torre spagnola di San Giovanni, costruita con le pietre della città, ormai abbandonata nel 900 d C. a causa delle continue incursioni arabe. Le continue incursioni arabe fecero si che la popolazione cercasse rifugio più verso l’entroterra, dove oggi sorge la città di Oristano, protetti dietro gli stagni ad Oristano.
Proseguendo il cammino sino al capo di San Marco, si arriva, dopo circa 5 kilometri, ad un moderno faro che rappresenta il punto estremo della penisola del Sinis.
Il Sinis è l’area depressa del Golfo di Oristano, dal quale lo separano estesi cordoni sabbiosi che si interrompono soltanto lungo il canale di collegamento con il mare. E’ una laguna che si estende per 450 ettari. Nella stagione estiva, con l’abbassarsi del livello dell’acqua, il fondo riemerge e lo specchio d’acqua si fraziona in diversi piccoli stagni. Lo scambio d’acqua con il mare è esiguo; la salinità, piuttosto bassa in inverno, in estate è superiore a quella del mare.
Le acque salmastre danno origine a biodiversità e alla presenza quindi, oltre ai muggini e alle anguille, tipiche degli stagni, anche di specie più pregiate come orate, mormore, spigole e molluschi.
Bibliografia Capo San Marco e Tharros nel Sinis
Tronchetti-Tharros, mercanti e marinai tra oriente e occidente, 2016.
Tronchetti, Considerazioni sul quartiere occidentale di Nora, 2018.