Gli schiavi al Castello di Cagliari erano tanti. Molte famiglie nobili abitavano il quartiere e avere uno schiavo era sinonimo di prestigio e di ricchezza.
Il quartiere di Castello a Cagliari è storicamente legato alla nobiltà, come testimoniano i vari palazzi storici che appartenevano a quelle che un tempo erano le famiglie più prestigiose della Sardegna.
Numerosi documenti dell’archivio dimostrano che la schiavitù fosse, purtroppo, un fenomeno molto diffuso nella Cagliari del 1400.
Gli schiavi al Castello di Cagliari : da dove venivano?
Gli schiavi al Castello di Cagliari non provenivano solo dal nord Africa: erano anche greci, turchi, tartari, circassi, russi , ungari etc.

Quanto costava uno schiavo
Il prezzo medio di uno schiavo variava tra le 80 e le 115 lire ma, se era anziano o con qualche difetto fisico, scendeva sotto le 60, mentre un uomo robusto o una giovane donna poteva costare anche 160 lire. Dagli atti notarili risulta che alcuni padroni fossero più generosi di altri. Un certo Pietro Baquer, mercante del Castello nel 1464 concedette al proprio schiavo Barech di riscattarsi, ma previo pagamento di 300 lire in tre anni, anche se lui l’aveva pagato 100 lire.
Chi erano i proprietari degli schiavi di Castello?
Tra i proprietari di schiavi c’ erano nobili, medici, farmacisti, notai ed ecclesiastici. Il padrone era responsabile della custodia dello schiavo: “che ogni persona..deve tenere detti schiavi rinchiusi e custoditi sotto chiave in modo che non possano uscire senza volontà del padrone” “nessuno schiavo saracino che faccia turno settimanale di servizio può andare senza ferri alle gambe che pesino sei libbre, ne passare per Castello senza guardia dopo che la campana la sera avrà suonato il vespro”. Gli schiavi al Castello di Cagliari , dunque non potevano girare liberamente e senza catene.
Si è sempre saputo che i pirati barbareschi catturavano i cristiani per rivenderli come schiavi ma avveniva, dunque, purtroppo anche il fenomeno opposto: le navi di cristiani che si spingevano fino al nord Africa per catturare uomini e rivenderli. Fortunatamente oggi questa pratica disumana ci appare assolutamente condannabile e ci ricorda che la società moderna, con tutti i suoi difetti, fortunatamente ha anche fatto dei passi avanti nella tutela dei diritti delle persone.
Il quartiere di Castello oggi
La storia, a Cagliari, si respira negli stretti vicoli di Castello, roccaforte di antichi dominatori, dove ogni casa e ogni strada ha una storia vecchia centinaia di anni.
Camminando per le vie di Castello si vive l’atmosfera, tra presente e passato, della Cagliari più autentica: sono i palazzi nobiliari, con gli stemmi delle antiche famiglie che li abitavano, le chiesette nascoste, il vento fresco di maestrale che si insinua tra i vicoli e sventola i variopinti panni stesi sui balconi, gli uomini alle finestre, i balconcini in ferro battuto,le famiglie rumorose, ma anche gli studenti, le piccole botteghe artigiane, gli studi artistici.
Assolutamente da non perdere la splendida Cattedrale, che custodisce i resti di alcuni esponenti della famiglia reale dei Savoia, come anche quella dell’Infante di Spagna Martino il Giovane, e un ossario che contiene quasi duecento resti di santi e martiri della storia sarda.
Da visitare anche il Palazzo Regio, dove agli inizi dell’Ottocento, quando Cagliari era come una seconda capitale del regno di Sardegna, si rifugiarono i Savoia, che fuggivano davanti all’invasione napoleonica, né si possono trascurare le terrazze panoramiche dei bastioni di Saint-Rémy e di Santa Croce, che nelle notti d’estate sono anche il fulcro della vita notturna cagliaritana.
“È una città bellissima, aspra, pietrosa, con mutevoli colori tra le rocce, la pianura africana, le lagune, con una storia tutta scritta e apparente nelle pietre, come i segni del tempo su un viso: preistorica e storica, capitale dei sardi e capitale coloniale di aragonesi e di piemontesi, una delle più distrutte dai bombardamenti dell’ultima guerra e, in pochi anni, una delle più completamente ricostruite.” (Carlo Levi, Tutto il miele è finito, 1964)
Bibliografia Gli schiavi al Castello di Cagliari Fabia Cocco Ortu, Castello tanto tempo fa, 2010.