Chi era il marchese di Rivarolo ?Troviamo il suo ritratto al Palazzo Regio di Cagliari e fu un viceré ricordato per la sua crudeltà.
Il marchese di Rivarolo: guardate bene il suo ritratto…a cosa vi fa pensare? Vanità, nobiltà, forse anche gentilezza o buone maniere..chissà? Da questa posa così elegante non rivela certo quelle che furono le sue opere in Sardegna.
Carlo Amedeo Battista, il marchese di Rivarolo, Viceré di Sardegna tra il 1735 e il 1739.
La Sardegna, passata da poco ai Savoia, subiva le conseguenze della guerra di successione spagnola.
Il compito di quest’uomo era combattere il banditismo e cercò di farlo senza andare a studiare troppo le origini del fenomeno ma, semplicemente, girando in lungo e in largo l’isola e portando con sé la forca. La strategia era: impiccare i malviventi quando ce ne fosse la prova o, in assenza di prove certe, impiccarli lo stesso.
Era spietato nelle esecuzioni e impassibile nelle torture. L’impiccagione, l’attanagliamento coi ferri roventi, le forche, le teste mozzate, d’altra parte, furono strumenti usati non di raro da questo e altri viceré sabaudi. Prima si impiccava il bandito e poi lo si bruciava disperdendone le ceneri, oppure si tagliava la testa e la si appendeva in cima alle torri perché servisse d’esempio.
In piazza San Martino ad Oristano volle che i giustiziati fossero lasciati appesi al patibolo fino a quando gli insetti e gli agenti atmosferici ne avessero scarnificato i cadaveri.
Quante persone condannò il Marchese di Rivarolo
il marchese di Rivarolo mandò in prigione circa 3000 persone e oltre 400 vennero giustiziate.
Stabilì che entro 15 giorni tutte le barbe più lunghe di un mese venissero tagliate perché occultavano i connotati e perché, di solito, erano portate dai banditi: pena un mese di carcere. (era convinto, tra l’altro, che la Barbagia si chiamasse così per l’usanza di portare la barba lunga).
Il Rivarolo fece qualcosa di buono?
Il marchese di Rivarolo costituì una commissione di esperti per analizzare i problemi sociali ed economici della Sardegna. Informò il sovrano delle precarie condizioni in cui versavano le popolazioni dell’isola. Autorizzò il perfezionamento di giovani sardi nel campo della medicina e della chirurgia fuori dell’isola; promosse il popolamento dell’isola di San Pietro, che chiamò Carloforte in onore del sovrano.
Qualcosa di buono, dunque, lo fece ed è giusto ricordarlo, per dovere di cronaca. Certo è che la memoria sarda viene lo ricorda soprattutto per la sua spietatezza, come ci ricordano alcuni modi di dire: “Sa Giustizia de Rivarò” per indicare un atto spietato o “lu palazzu de Rivarolo” per indicare la forca.
Altri viceré al Palazzo Regio di Cagliari
Nel Palazzo Regio di Cagliari ci sono in totale 41 quadri, e la maggior parte di questi si trovano nella Sala degli alabardieri, la prima sala che si incontra durante la visita. La Sala degli Alabardieri era presieduta dalla guardia del corpo. Il corpo degli Alabardieri (armati da alabarda) fu istituito dal re di Spagna Filippo II nel 1556. Nella stessa sala troviamo, oltre quello del Marchese di Rivarolo, anche altri ritratti di viceré, tra questi ricordiamo:
- Filippo Palavicini, conte di Saint Remy, primo viceré di Sardegna dal 20 maggio 1720-24. A lui è dedicato uno dei monumenti più importanti di Cagliari : il bastione di San Remy.
- Girolamo Falletti (1731-1735) sepolto in cattedrale e fratello di Monsignor Costanzo Falletti, arcivescovo di Cagliari dal 1726 al 1748. Quest’ultimo, morto il fratello Girolamo, lo fece imbalsamare e organizzò per lui una maestosa cerimonia funebre in palazzo.
- Giovanni Battista Cacherano, Conte di Bricherasio. Su di lui è curiosamente legato il detto “bastian contrario”. Secondo alcuni, infatti, l’espressione Bastian Contrario sarebbe imputabile al soprannome attribuito dalle truppe piemontesi al conte di San Sebastiano, Paolo Novarina. Il conte, durante la Guerra di Successione spagnola, al comando dei granatieri piemontesi, sulle alture dell’Assietta (era il 19 luglio del 1747), si sarebbe rifiutato di obbedire al conte di Bricherasio, che aveva ordinato alle truppe sabaude di ripiegare sulle seconde linee contro i nemici Franco-Spagnoli. La disobbedienza, la resistenza e la fermezza del conte di San Sebastiano e dei suoi uomini si rilevarono determinanti per il positivo esito dello scontro.
A proposito del Palazzo Regio di Cagliari
È situato in piazza Palazzo, nel quartiere Castello. L’edificio, risalente al Trecento, divenne sede del viceré dal 1337, su ordine di Pietro IV d’Aragona. Nel corso dei secoli il palazzo fu oggetto di diversi restauri. Assumono una particolare rilevanza i restauri settecenteschi, in seguito ai quali realizzarono lo scalone d’onore che conduce al piano nobile e la facciata principale. Il palazzo è chiamato vice regio perché era sede dei vari viceré che si sono succeduti in Sardegna fino al 1847. E’ chiamato anche palazzo regio perché ospitò due re: Carlo Emanuele IV e Vittorio Emanuele I, nel 1799 e nel 1806. I re con le loro famiglie si rifugiarono qui a causa dell’occupazione francese del Piemonte.
Bibl. Treccani alla voce Rivarolo; https://issuu.com/110elode/docs/tesi_completa_ba104ab2db9ece
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