Il villaggio di Tiscali : l’emozione che si prova nel giungere in questo straordinario angolo della Sardegna è indescrivibile.
Gli studi su Tiscali
Il villaggio di Tiscali era stato scoperto per caso da alcuni carbonari che stavano disboscando l’area, ma, probabilmente, era già conosciuto e frequentato dai pastori di Dorgali e Oliena. Le voci della scoperta erano arrivate ad Oliena, ma anche all’ispettore della Soprintendenza Filippo Nissardi che, a sua volta, aveva riferito allo storico dell’antichità Ettore Pais. Gli riferì di una curiosa scoperta sulla sommità del Monte Tiscali (500 m s.l.m. circa) all’interno di una dolina originatasi in seguito al crollo parziale della volta di una grotta.
Nel 1833 Vittorio Angius, a proposito delle antichità note nel territorio di Oliena, scriveva che “Entro i termini dell’olianese sono quattro luoghi dove sono vedute vestigia di antiche abitazioni, e indicherò Tuvaramele, quindi S. Dilica Rughinas e Thiscali. Quest’ultimo è sulla montagna, e ha già dato a’ ricercatori vari oggetti antichi. Esso trovasi non lungi dal nuraghe che appellasi di Duaviddas ed è ragguardevole per una cinta.”
Si tratta di una delle più ampie doline presenti nel bacino del Mediterraneo.
La dolina è una grotta, nel caso di Tiscali molto ampia ed abbastanza regolare che, per concomitanza di cause diverse, ha subito il collasso della volta quando questa, per dissoluzione avanzata dello strato calcareo che la costituisce, ha perso la capacità di autosostenersi essendo venuta a mancare l’azione di contrasto che conserva l’equilibrio tipico delle strutture ad arco.
Taramelli e Pais a Tiscali
La prima descrizione delle rovine di due villaggi e di piccole torri è di E. Pais il quale, il 25 settembre del 1910, a mezzogiorno, dopo cinque ore di cavallo e più di un’ora di faticosa salita, si era affacciato stupito e commosso sulla dolina: «…una di quelle fortezze dove, durante la conquista romana, i più antichi abitatori della Sardegna cercarono rifugio. Tiscali è uno di quei nascondigli in cui per vari secoli essi si potevano ancora vantare di non essere mai stati domati dalla breve spada del legionario romano».
Nel 1933 il sito fu visitato e poi descritto dall’archeologo Antonio Taramelli. Fu interpretato dai due studiosi come rifugio dei Sardi durante la conquista romana della Sardegna. Da allora, il tempo e i saccheggi hanno notevolmente danneggiato il sito che ,nonostante ciò, conserva ancora un’atmosfera unica .
Il primo insediamento è formato da circa quaranta capanne e si trova nel settore Nord della cavità. Il secondo è situato sul lato Sud-Ovest ed è composto da circa trenta abitazioni. Gli ambienti, oggi in gran parte crollati, hanno pianta rettangolare, quadrangolare, circolare o subellittica. I muri sono stati edificati con blocchi di calcare locale e di malta ottenuta miscelando suolo argilloso e ghiaia, con l’aggiunta di inerti organici e sono frutto di due diverse fasi : la prima probabilmente nuragica e la seconda più recente, di epoca storica.
Le indagini della Soprintendenza Archeologica (scavi 1999, 2003) e le raccolte di superficie hanno consentito il recupero di materiali di Età Nuragica, relativi a contesti che vanno dal Bronzo Medio (XVIXIV sec. a.C.) all’Età del Ferro (IX-VI sec. a.C.), e di Età Romana (II- I
sec. a.C.).

In generale l’evidenza archeologica consente di interpretare il sito, già antico centro nuragico e forse prenuragico, come un insediamento civile, costituito da strutture abitative, magazzini, recinti per custodire gli animali etc., abitato da una comunità indigena dedita allo sfruttamento agro-pastorale del territorio (valle di Lanaitto, altopiani e radure limitrofi), costruito in un punto naturalmente riparato e protetto dalle intemperie come dalla calura estiva.
Il villaggio di Tiscali: un sito unico
L’insediamento di Tiscali rappresenta un caso unico per originalità topografica e architettonica. Finora non è possibile datare con certezza le capanne. Scavi e indagini future, però, potrebbero confermare che il contesto in questione costituisce uno straordinario esempio per comprendere l’evoluzione finale della civiltà nuragica in seguito ai contatti con il mondo fenicio-punico e forse per conoscere l’unico abitato noto attribuibile a una delle civitates Barbariae, per le quali mancano completamente le fonti archeologiche. Il sito, spesso qualificato in maniera assai riduttiva esclusivamente come villaggio nuragico, è pertanto anche di estremo interesse per l’analisi delle prime fasi del processo di romanizzazione che ha interessato il territorio dei Barbaricini e per conoscere la cultura delle comunità pastorali del Supramonte.
Bibliografia Il villaggio di Tiscali
ANGIUS V. (a cura di CARTA L.), Città e villaggi della Sardegna dell’Ottocento, Nuoro 2006, p. 992.
ATZENI E. Il villaggio di Tiscali: un importante contesto archeologico e paesaggistico Scheda di contenuto e linguaggio scientifico. PATRIMONIO CULTURALE SARDEGNA VIRTUAL ARCHAEOLOGY SITO TOMBA DEI GIGANTI THOMES (DORGALI)
DELUSSU F., L’incontro tra Sardi e Romani in Barbagia: l’evidenza del sito di Tiscali, in Sardegna Mediterranea, 25, 2009, pp. 69-72.
LO SCHIAVO F., La voragine di Tiscali-Oliena, in Sardegna centro-orientale dal neolitico alla fine del mondo antico, Sassari, 1978, pp. 95-96.
MORAVETTI A., Serra Orrios e i monumenti archeologici di Dorgali, Sardegna Archeologica. Guide e itinerari, 26, Sassari 1998, pp. 97-105.
PAIS E., Tiscali nel Nuorese, in Rivista d’Italia, febbraio 1911, pp. 250-263.
TARAMELLI A., Dorgali (Nuoro) Esplorazioni archeologiche nel territorio del Comune, in Notizie degli Scavi, IX, 1933, pp. 353-357.