Piscinas, il piccolo deserto della Sardegna, ricco di vita e di storia.
Percorrendo la strada che da Ingurtosu, un ex villaggio minerario facente parte del territorio di Arbus, situato nel sudovest della Sardegna, si arriva a Piscinas, località costiera nota soprattutto per l’aspetto che la connota e la rende unica ed inconfondibile. Questo luogo, per certi versi magico e speciale, cattura e stuzzica immancabilmente l’immaginario e l’interesse dei frequentatori e dei visitatori in ogni stagione, offrendo alla loro vista un paesaggio ed un ambiente unici che affascinano inesorabilmente.
Definita spesso come un “piccolo deserto”, Piscinas è il regalo ed il magnifico risultato di una serie di combinazioni di tipo ambientale, fisico, geologico e geomorfologico che hanno dato luogo a questo bellissimo angolo di territorio della Sardegna, tale da essere spesso paragonato anche ad un piccolo paradiso.
Piscinas e le sue dune
Definita anche come “il deserto più grande d’Europa”, il suo aspetto paesaggistico e naturalistico e’ connotato in maniera preponderante da una serie di dune di origine eolica in continua via di formazione, di demolizione o di spostamento delle masse sabbiose, nelle parti corrispondenti all’imbocco delle vallate di scorrimento dei corsi d’acqua del Rio Piscinas e del Rio Naracauli, le piu’ esposte all’azione del maestrale, il vento dominante in tutti periodi dell’anno.
Lo spettacolo di queste dune altissime, alcune oltre i 100 metri, in continuo scorrimento sotto l’azione e la spinta del vento, unitamente al colore dorato della sabbia e al contrasto tra il verde della vegetazione presente, lo sfondo verdissimo della fittissima vegetazione delle alture circostanti e i differenti colori blu del mare e del cielo che le racchiudono, creano dei contrasti e degli effetti cromatici unici in ogni stagione, in tutte le ore della giornata e in ogni condizione di tempo, che si fanno facilmente notare dai visitatori e frequentatori più attenti e sensibili.

Il resto dell’area, per la maggior parte della sua estensione, è formata da dune ormai stabilizzate, dove la macchia mediterranea ed essenze arboree, quali il lentischio ed il ginepro coccolone la fanno da padroni, creando spettacolari e amplissime macchie che, in certi tratti, sono fittissime e quasi impenetrabili.
Il territorio circostante è interessato pochissimo da attività antropiche, per cui la natura ha ripreso quasi del tutto il sopravvento, con la presenza di lunghi tratti di costa completamente liberi e solitari. Solo alcuni tratti marginali, esterni rispetto all’area di Piscinas, sono interessati da una ridottissima attività di allevamento di capre e pecore.
Piscinas e le miniere
Rimangono, nella parte totalmente a monte, non più interessata all‘attività mineraria che ne ha segnato indelebilmente la storia umana, economica e sociale fino alla metà del secolo scorso, i resti e le vestigia di costruzioni minerarie, insediamenti abitativi a bocca di miniera, pozzi minerari e tracce indelebili delle attività di estrazione, di lavorazione e di trasporto dei minerali verso il porticciolo a mare. Questo percorso di trasporto è ancora segnato dai resti di una piccola ferrovia che fiancheggia la strada attuale che conduce all’omonima spiaggia e nella quale rimangono solo i resti semidistrutti del porticciolo, presso il quale attraccavano i grandi barconi a vela che caricavano il minerale e lo trasportavano fino all’isola di S. Pietro, al porto di Carloforte, per essere definitivamente caricato nelle grandi navi mercantili in attesa, per poi trasportarlo verso i porti e le fonderie del nord Italia e del nord Europa.
Unitamente ai resti del porticciolo, vi sono nella spiaggia di Piscinas, gli edifici dei vecchi depositi di minerale e di una colonia marina estiva per i figli dei minatori, recuperati e ristrutturati per dar luogo ad un albergo attivo tutto l’anno.

La spiaggia dei minatori
Fino agli anni 60/70 del secolo scorso, Piscinas era la spiaggia dei minatori e delle persone di basso ceto economico, per cui, non potendosi permettere vacanze a pagamento in luoghi appositi o proprie case al mare, andavano a trascorrere il periodo estivo con le proprie famiglie creando delle forme di accampamenti temporanei sulla lunghissima spiaggia o costruendo addirittura delle piccole costruzioni in legno, sorrette da grossi pali di castagno, infissi nella sabbia che, a mo di palafitte, sostenevano le casupole, sospese più in alto. Le casupole erano costruite utilizzando esclusivamente tavole e legname.
La copertura superiore del tetto era fatta prevalentemente con strati e fascine di giunco, erbe e piante di palude raccolti in particolare lungo il corso del Rio Naracauli, opportunamente legati e rinforzati. Durante il periodo invernale, quando il mare spinto, da venti di maestrale fortissimi, era molto mosso, le onde andavano spesso oltre tutta la larghezza della spiaggia passando quindi anche sotto queste capanne-palafitte, ma lasciando comunque, nonostante la loro potenza e la furia, le loro strutture integre e senza intaccarne la solidità, pronte ad essere utilizzate dai minatori e le loro famiglie, nelle stagioni estive successive.

Flora e fauna
Piscinas rappresenta un unicum anche come ambiente naturale con la presenza di piante ed essenze vegetali dunali e retrodunali e della macchia mediterranea. Tra tutti elementi vegetali presenti, facenti parte di una rigogliosissima vegetazione, spicca il ginepro coccolone che trova nelle dune sabbiose, l’ambiente, il clima adatto per crescere e svilupparsi, contrassegnando la sua presenza in maniera molto diffusa anche con tantissimi individui di grandissime dimensioni, piuttosto datati d’età o addirittura plurisecolari. Sono presenti molti endemismi vegetali specifici, tra i quali la quercia spinosa, il giglio di mare ed altre essenze floreali e erboree in grado di resistere ad un ambiente ostile data la presenza continua di vento e la salsedine.
Non manca neanche una notevole presenza faunistica con tantissime specie animali comuni oppure specifiche dell’ambiente di spiaggia o dunale, facenti parte dell’entomofauna, dell’avifauna e della fauna della Sardegna. Tra le specie faunistiche spicca la presenza del Cervo Rosso Sardo, a lungo e ancora, specie minacciata di estinzione che non è inconsueto scorgere ed intravedere sulle dune o tra la vegetazione dunale, dove trova facilmente cibo e rifugio.
La particolarità dei luoghi, degli ambienti, delle presenze animali e vegetali, la necessità di rispetto dei fragili equilibri naturali esistenti, hanno contribuito a catalogare questa zona quale ambiente di interesse comunitario a livello europeo e fanno di questa bellissima distesa dunale un vero gioiello naturale, unico in Sardegna per bellezza, dimensione ed estensione.
Foto e testo di Mario Pilloni, Guida Ambientale 3483529374 , mariopilloni@yahoo.com